In Sardegna

Aou di Cagliari, la storia di Mattia: il neonato più piccolo nato in Sardegna, ha pesato 398 grammi

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CAGLIARI. "Mattia è il neonato più piccolo che sia mai nato in Sardegna, dimostrando una forza incredibile per afferrarsi alla vita già nel grembo materno in una situazione complessa dovuta all’insufficiente liquido amniotico".

La sua storia la racconta l'Aou di Cagliari, dove è nato il bimbo.

Il miracolo della vita è avvenuto due anni fa al Policlinico Duilio Casula, Mattia ha pesato appena 398 grammi e misurato 26 centimetri, dopo sole 26 settimane di gestazione, grazie al lavoro in team dell’equipe di Ostetricia e Ginecologia, diretta dal professor Stefano Angioni, e di Terapia Intensiva Neonatale, diretta dal professor Vassilios Fanos.

Alla 22esima settimana di gestazione, durante l'ecografia morfologica, racconta Mamma Maila "mi crolla il mondo addosso. Mattia era piccolissimo, il liquido amniotico, cruciale per lo sviluppo fetale e la libertà dei movimenti, era quasi totalmente assente e i risultati della flussimetria, cioè l’esame del flusso sanguigno e del sistema circolatorio fetale, erano fuori dalla norma: le prospettive di sopravvivenza erano minime. Gli specialisti decisero di sottopormi a due procedure di amnioinfusione, una tecnica invasiva che consiste nell’infusione di soluzione fisiologica all’interno del sacco amniotico per permettere al piccolo di svilupparsi".

Grazie a questa procedura, che in Sardegna viene eseguita solo nella Ostetricia e Ginecologia del Policlinico Duilio Casula, continua mamma Maila "sono riusciti a farmi arrivare a 26 settimane di gestazione, poi nuovamente un crollo della flussimetria. La dottoressa Sanna mi disse che il bambino avesse più possibilità di sopravvivere in Terapia Intensiva Neonatale che in utero". Il 23 ottobre 2023, quasi 100 giorni prima della data presunta del parto, nasce Mattia.

Il piccolo viene immediatamente ricoverato nella Tin del Duilio Casula, il reparto dei bimbi piuma, dove riceve cure amorevoli e incessanti. Un periodo che Mamma Maila paragona a delle montagne russe "9 mesi di alti e bassi, paure, lacrime, notti insonni, ansia e il terrore di sentire il telefono squillare. Ma ci sono stati anche tanti momenti di grande gioia, speranza e soddisfazione, come i festeggiamenti per ogni grammo preso, per ogni ml di latte in più, per ogni traguardo raggiunto. E poi quella lettera tanto attesa e tanto sognata, la lettera di dimissione. Tornare a casa è stato il traguardo più emozionante della mia vita".

Mattia oggi è un piccolo esploratore del mondo, intelligente, curioso, vispo quanto basta per ricordare che la vita scorre forte nelle sue vene. Vederlo crescere, giorno dopo giorno, per Maila significa "guarire il cuore dalle tante sofferenze passate".

Mamma Maila, nella sua lettera, dedica delle parole anche ai genitori che oggi percorrono quei corridoi, vivendo la stessa esperienza: "Non perdete mai la speranza. I nostri bambini hanno una forza che nemmeno possiamo immaginare". E infine, si rivolge direttamente al personale medico "eternamente grati alla dottoressa Stefania Sanna, al professor Stefano Angioni e all’equipe della Tin per averci salvato la vita", conclude.