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CAGLIARI. “Purtroppo, stiamo constatando una crescita costante di denunce sia come atti persecutori, sia come maltrattamenti in famiglia, ma anche come reati sessuali. Parliamo di quasi due casi al giorno solo per l’arma dei carabinieri”. Sono le parole di Luigi Grasso, comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari, a margine dell’incontro dal titolo “Educare al Rispetto" con i giovani studenti nella sede dell’Università del capoluogo sardo.
All’evento hanno preso parte polizia di Stato, polizia postale e carabinieri, ma anche figure istituzionali provenienti dal mondo della sanità e associazioni di tutela, che in mattinata hanno incontrato alcuni giovani studenti delle scuole superiori per sensibilizzare al tema della violenza di genere. Al centro del dibattito non solo le violenze fisiche, ma anche quelle psicologiche ed emotive e gli strumenti utili a riconoscerle, che permettono alle vittime di poter chiedere aiuto e denunciare. “Come sappiamo la violenza di genere è una violenza polimorfa, ossia prende molte forme. Queste possono essere di violenza più esplicita, quindi fisica, ma non sottovalutiamo quella che è la violenza psicologica. Per questo l’arma dei carabinieri ha costituito alcuni strumenti come il violenzametro. Si tratta di uno strumento online, accessibile a tutti. Si parte da sintomi più semplici e basilari, ma anche non vanno assolutamente sottovalutati, come il controllo, l’umiliazione e il ricatto. Per poi arrivare a sintomi di maggiore gravità, ossia violenza fisica, fin tanto che una persona si possa sentire veramente in pericolo di vita”, fa sapere Valentina Maddiona, capo del servizio di psicologia del comando legione carabinieri Sardegna
Nonostante il numero delle denunce nel cagliaritano sia in crescita, per il questore del capoluogo Rosanna Lavezzaro i dati sul numero di femminicidio in Sardegna, ma più in generale in Italia, non sono allarmanti rispetto agli altri Paesi europei. “L’Italia è il terzo paese con numero di femminicidio minore in Europa. Questo non ci deve indurre a smettere di investire a smettere di alzare l’asticella, a smettere di migliorarci, però questo ci dice che il nostro sistema è efficace” spiega Lavezzaro.
Tra i temi toccati durante l’incontro c’è anche quello del cyber stalking e dei messaggi online, perché gli episodi di violenza non si limitano solo a quelli fisici. “Generalmente ci commette violenza online si nasconde dietro la rete, crea delle mail e dei profili social fasulli, creati appositamente per non farsi identificare, soprattutto insegue la donna in qualunque posto a distanza ed è persistente nel tempo”, fa sapere Francesco Greco, dirigente operativo per la sicurezza cibernetica della polizia di Stato.












